Immagine di Alwyn

Nome: Alwyn Artius
Stato: Attivo
Ultimo indirizzo conosciuto: Londra, UK
Luogo di nascita: Cardiff, UK
Data di nascita: 19/10/1990
Razza: Roe deer
Genere: Maschio
Lingue: Capriolese, Cagnesco, Gallese, Inglese
Qualifica: Ranger, Membro dei Time For Revolution
Manto: Marrone
Occhi: Marroni
Segni particolari: Alcune cicatrici causate dalla vita nei boschi
Famiglia: Galahad Artius, Padre
Nimue Dunn, Madre
Rhiannon Artius, Sorella
Dylan Artius, Fratello
Arthur Artius Fratello gemello
Educazione: Sconosciuta

La regione dell’Amazzonia nel territorio del Perù, 2020

Ancor prima della sua nascita, i genitori di Alwyn Artius sapevano che loro figlio avrebbe fatto grandi cose per portare avanti l’illustre lignaggio della famiglia, da sempre custode della flora e della fauna selvatica.
Cresciuti in un parco nazionale al riparo dai pericoli, Alwyn e il gemello Arthur – gli ultimi arrivati nella grande famiglia di origine celtiche – vengono educati alla conoscenza e al rispetto della vita. Imparano a conoscere il mondo naturale, apprendono i pericoli rappresentati dalla natura ma sopratutto dagli umani ogni volta che si spingono nei boschi, e sono in grado di arginare le conseguenze dei loro comportamenti irresponsabili.

L’attivismo di Alwyn in Scozia, 2020

Una volta cresciuti, entrambi diventano ranger fieri e combattivi, sempre pronti a entrare in azione. Razionale e abile nella dialettica, Alwyn raggiunge il grado di capo ranger in giovane età. Arthur, il capriolo più veloce e maestoso del parco, è il suo braccio destro. Soprannominati scherzosamente Arco e Freccia, i due gemelli proteggono i boschi e i loro abitanti dalla caccia indiscriminata e dalla deforestazione incontrollata; si battono con le zampe e coi denti per i diritti degli animali quando questi vengono ignorati e calpestati.
Da qualche anno, il giovane Alwyn intrattiene una fitta corrispondenza con Antonio G. – noto leader dei Time For Revolution. I due si sono conosciuti durante un soggiorno di Antonio nel parco nazionale del giovane capriolo; da allora, ogni anno i membri dei Time For Revolution trascorrono un periodo di ristoro all’interno del parco per dare una mano ai ranger.
Alwyn si è unito ai Time For Revolution insieme a tutta la sua famiglia. Spesso lo si può vedere affiancare Antonio G. nella lotta a sostegno delle specie autoctone, sempre più minacciate nel loro habitat naturale dall’azione umana che, incurante delle sue azioni, ogni anno distrugge interi ettari di bosco.

DOSSIER

Come stanno boschi e foreste

Quando parliamo di boschi e foreste non parliamo solo di alberi. Si tratta invece di complessi ecosistemi formati da centinaia di organismi viventi differenti, che vivono in equilibrio, scambiando nutrienti, materie prime. Piante, animali e microrganismi contribuiscono a mantenere in vita questa complessità e forniscono tutta una serie di servizi ecosistemici all’intera biosfera: acqua, stoccaggio di carbonio, ricambio delle falde, regolazione dell’umidità atmosferica, cibo, riparo. Ma la pressione antropica, le attività umane e il cambiamento climatico hanno messo a repentaglio la stabilità di questi ecosistemi. Secondo l’ultimo rapporto redatto dalla FAO nel 20201 sullo stato delle foreste nel mondo, oggi le foreste coprono il 31 per cento della superficie terrestre globale. Circa la metà di questa è relativamente intatta e più di un terzo è foresta primaria. Dal 1990, si stima che 420 milioni di ettari di foresta siano andati persi a causa della conversione ad altri usi del suolo, sebbene il tasso di deforestazione sia diminuito negli ultimi tre decenni. Tra il 2015 e il 2020, si è calcolato siano andati perduti 10 milioni di ettari l’anno di foresta, comunque in calo rispetto ai 16 milioni di ettari all’anno negli anni ’90. L’area della foresta primaria in tutto il mondo è diminuita di oltre 80 milioni di ettari dal 1990. Ad essere la più colpita è tutta la fascia tropicale: solo nel 2019 i tropici hanno perso 11,9 milioni di ettari di copertura arborea, secondo i dati pubblicati su Global Forest Watch2. Quasi un terzo di questa perdita, 3,8 milioni di ettari, si è verificata all’interno di foreste primarie tropicali umide, ovvero degli hotspot per quanto riguarda la biodiversità e lo stoccaggio del carbonio. Per fare un raffronto, si tratta di perdere un campo da calcio di foresta primaria ogni 6 secondi per tutto l’anno.

Infografica sulla perdita di terreni agricoli nel mondo

[1] http://www.fao.org/state-of-forests/en/

[2] https://blog.globalforestwatch.org/data-and-research/global-tree-cover-loss-data-2019/